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Anche il Regno Unito verso il modello italiano di mediazione

Lord Neuberger, presidente della Corte Suprema del Regno Unito, si è espresso a favore dell’estensione del primo incontro di mediazione obbligatorio, tipico del sistema italiano e attualmente in vigore solo per le small claims, ad altre materie del contenzioso civile. Nel discorso di apertura della Conferenza sulla Mediazione Civile del 2015, intitolato “A View From on High”, l’ex Master of the Rolls, un ruolo coinvolto nell’incorporazione della mediazione nel sistema giudiziario, ha elogiato la mediazione in quanto più veloce, economica e meno “stressante” dei processi, ma ne ha anche evidenziato gli svantaggi.

La mediazione nel Regno Unito

Il presidente dell’organo preposto a derimere i casi più rilevanti riguardanti l’opinione pubblica e le questioni costituzionali ha cominciato ricordando la famosa disputa tra Henry II e Thomas Becket, come esempio di una mediazione fallita. Nonostante fosse molto diffusa durante il medioevo, dove non era raro che i giudici inglesi sospendessero le cause per consentire alle parti di mediare, e pur prendendo atto che la mediazione fosse applicata negli Stati Uniti, in Australia, Nuova Zelanda e Scandinavia, ai tempi in cui Neuberger faceva l’avvocato era impensabile che prendesse piede in Inghilterra. Passando dalla storia alle favole, il giudice ha fatto notare che la mediazione nel Regno Unito è stata in una sorta di ibernazione fino al 1997, ma che da allora la situazione è molto cambiata. Dalla sua ripresa, la mediazioe è cresciuta molto rapidamente e, come sempre succede, ha creato fazioni opposte: da una parte la tendenza a considerare la mediazione una sorta di moda, priva di consistenza, dall’altra chi la reputa una panacea che, opportunamente sviluppata, potrebbe ovviare alla necessità di avere un sistema giudiziario in Inghilterra e Galles. Ma entrambe le tendenze sono errate. La mediazione ha sicuramente dei vantaggi rispetto al contenzioso, ma presenta anche degli svantaggi.

 

Come incoraggiare la mediazione

Sicuramente la raccomandazione da parte di un giudice può avere una grande influenza nell’incoraggiare le parti a mediare. Anche penalizzare la parte che si rifiuta potrebbe incentivare il ricorso alla mediazione.
Lord Faulks QC, Ministro di Stato per la Giustizia, ha dichiarato di voler esplorare un sistema simile al MIAM per le coppie separate. Potremmo pertanto prevedere ulteriori incoraggiamenti da parte dei tribunali verso la mediazione, ma Lord Neuberger solleva un’ interessante riflessione riguardante una parte che si rifiuta di mediare e che successivamente vince la causa in tribunale. Sembrerebbe un po’ strano per il giudice penalizzarlo per essersi rifiutato di mediare quando non era in alcun modo obbligato a farlo. Dopo aver ricordato che la mediazione non è assolutamente solo per casi di poco conto ma che ci sono state in passato dispute molto grandi che hanno avuto un esito positivo e in modo relativamente economico, senza dolore e veloce per i mediatori, il presidente della Corte suprema ha concluso il suo discorso definendo la mediazione come un’appendice vitale al contenzioso.